A margine del primo convegno-seminario del ciclo “Dialoghi per la Famiglia” promossi dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si è tenuto mercoledi 17 aprile, sul tema “Famiglia, prima impresa”, in collaborazione con l’Unione dei giuristi cattolici italiani, con una grande partecipazione di pubblico,
Emanuela Bambara ha intervistato i relatori in esclusiva per il nostro Dicastero.
Johnny Dotti, manager, presidente di Welfare Italia
Domanda: Un pieno diritto di cittadinanza significa uno Stato a “misura di persona”, e dunque, “di famiglia”, nei bisogni materiali e spirituali, anche affettivi e relazionali. Con quale welfare?
Risposta: Un welfare che non viva di soli denari e di soli servizi, e si ricordi che, senza relazioni umane e rapporti di fiducia, non basteranno mai i soldi, non basteranno mai i servizi. La famiglia è il luogo in cui si apprende come costruire relazioni felici.
Domanda: Un sano welfare, in che modo concepisce, allora, beni e servizi?
Risposta: Sarebbe un ragionamento lungo. Semplifico così. Nei sistemi di welfare, i servizi hanno un senso solo se si ricordano che sono tali, appunto, a servizio delle persone. Il sistema economico occidentale, negli ultimi trent’anni questo se l’è dimenticato, e quindi, tende a moltiplicare prestazioni, tra l’altro sempre più significative, come le prestazioni sanitarie, ma dimenticando che le prestazioni senza le persone non servono a nulla.