Il Sinodo sui Vescovi dedicato alla famiglia, convocato da Papa Francesco il 9 ottobre scorso, è «
tra le iniziativa più rilevanti del nuovo Pontificato, sia per i problemi che vi saranno trattati, sia per il metodo che sarà adottato». A dichiararlo è il padre gesuita GianPaolo Salvini su “
La Civiltà Cattolica” del 7 dicembre 2013.
La prima novità, sul piano metodologico – segnala padre Salvini s.j. – è la presentazione di un Documento preparatorio invece che i Lineamenta, per disegnare lo sfondo sociale nel quale si svolge il Sinodo piuttosto che fornire linee guida che incanalino la discussione su sentieri pre-segnati.
«La favorevole accoglienza che sta riscuotendo l’attuale insegnamento pontificio sulla misericordia e sulla tenerezza nei confronti delle persone ferite dalla vita ha suscitato vive attese circa le scelte pastorali che la Chiesa potrebbe compiere per venire loro incontro. È perciò urgente che il Sinodo rifletta su questi temi come doverosa espressione di carità dei Pastori nei confronti di quanti sono loro affidati e dell’intera famiglia umana», scrive il gesuita.
Il Questionario affronta argomenti inediti di consultazione e di partecipazione diretta del popolo di Dio, come il secondo punto di domanda, “Sul matrimonio secondo la legge naturale”, e il quarto, “Sulla pastorale per far fronte ad alcune situazioni matrimoniali difficili”. «La novità di metodo e la franchezza nell’affrontare tematiche spesso evitate – commenta padre Salvini s. j. − denotano la risolutezza con cui Papaintende avviare un franco dibattito sulle sfide più urgenti in campo familiare. Nulla viene detto per ora sulle soluzioni che si intendono adottare, anche per non guidare le risposte già in una direzione determinata; ci pare significativo che se ne discuta apertamente, come nel caso in cui si chiede un parere sull’eventuale snellimento delle procedure per giungere ad una dichiarazione di nullità del vincolo matrimoniale, o quando si parla di contraccezione, oppure quando si chiede quale attenzione pastorale assumere nei confronti delle persone dello stesso sesso che hanno costituito un’unione ».
«La Chiesa – leggiamo – vuole mettersi in ascolto dei problemi e delle attese delle famiglie, proponendo loro in modo credibile la misericordia di Dio. Non sarebbe, del resto, la prima volta che la Chiesa modifica la propria prassi penitenziale, disciplinare e giuridica, per tenere conto delle mutate circostanze della società in cui si vive».