Nella catechesi del 18 febbraio il Papa ha parlato del legame di fraternità, “scuola di libertà e di pace”
Nel cammino di catechesi sulla famiglia, dopo aver preso in considerazione il ruolo della madre, del padre, dei figli, nella udienza Papa Francesco si è soffermato sui fratelli. “Fratello” e “sorella”, ha detto, “sono parole che il cristianesimo ama molto. E, grazie all’esperienza familiare, sono parole che tutte le culture e tutte le epoche comprendono”.
Non solo “il legame fraterno ha un posto speciale nella storia del popolo di Dio, che riceve la sua rivelazione nel vivo dell’esperienza umana”, ma Gesù “ha portato alla sua pienezza anche questa esperienza umana dell’essere fratelli e sorelle, assumendola nell’amore trinitario e potenziandola così che vada ben oltre i legami di parentela e possa superare ogni muro di estraneità”.
Quando il rapporto fraterno si rovina, “apre la strada ad esperienze dolorose di conflitto, di tradimento, di odio”, ha detto il Papa facendo riferimento al racconto biblico di Caino e Abele, “e anche in famiglia – ha aggiunto a braccio – quanti fratelli hanno litigato per piccole cose, o per un’eredità, e poi non si parlano più, non si salutano più… Ma questo è brutto. La fratellanza è una cosa grande, pensare che tutti e due, tutti i fratelli hanno abitato il grembo della stessa mamma durante nove mesi, vengono dalla carne della mamma”.
È per questo che “non si può rompere la fratellanza”, e il legame di fraternità che si forma in famiglia tra i figli, “se avviene in un clima di educazione all’apertura agli altri, è la grande scuola di libertà e di pace”. Forse non sempre ne siamo consapevoli, “ma è proprio la famiglia – ha evidenziato Francesco – che introduce la fraternità nel mondo! A partire da questa prima esperienza di fraternità, nutrita dagli affetti e dall’educazione familiare, lo stile della fraternità si irradia come una promessa sull’intera società e sui rapporti tra i popoli. La fraternità in famiglia – ha osservato – risplende in modo speciale quando vediamo la premura, la pazienza, l’affetto di cui vengono circondati il fratellino o la sorellina più deboli, malati, o portatori di handicap. I fratelli e le sorelle che fanno questo sono moltissimi, in tutto il mondo, e forse non apprezziamo abbastanza la loro generosità. E quando i fratelli sono tanti in famiglia il più grande o la più grande, aiuta il papà, la mamma, a curare i più piccoli. E questo è bello, questo lavoro di aiuto fra i fratelli”.
Oggi più che mai secondo Papa Francesco “è necessario riportare la fraternità al centro della nostra società tecnocratica e burocratica: allora anche la libertà e l’uguaglianza prenderanno la loro giusta intonazione. Perciò, – ha auspicato – non priviamo a cuor leggero le nostre famiglie, per soggezione o per paura, della bellezza di un’ampia esperienza fraterna di figli e figlie. E non perdiamo la nostra fiducia nell’ampiezza di orizzonte che la fede è capace di trarre da questa esperienza, illuminata dalla benedizione di Dio”.