In un’intervista a Televisa Papa Francesco parla di Sinodo e accoglienza delle “famiglie replay”
“La famiglia è in crisi. Forse non le crisi più tradizionali, delle infedeltà o, come si chiama in Messico, la ‘casa piccola’ e la ‘casa grande’. No, no. Ma una crisi più profonda. Si vede che i giovani non vogliono sposarsi o convivono. Non lo fanno per protesta, ma perché oggi sono così. Dopo, alla lunga, alcuni si sposano anche in Chiesa. Vale a dire che c’è una crisi familiare all’interno della famiglia. E da questo punto di vista credo che il Signore voglia che noi affrontiamo questo: preparazione al matrimonio, accompagnamento di coloro che convivono, accompagnamento di coloro che si sposano e conducono bene la loro famiglia, accompagnamento di quelli che hanno avuto un insuccesso nella famiglia e hanno una nuova unione, preparazione al sacramento del matrimonio, non tutti sono preparati”. Così Papa Francesco ha risposto a Valentina Alazraki, vaticanista di Televisa, in una lunga intervista rilasciata il 6 marzo a Santa Marta poi trasmessa dalla tv messicana la sera del 12 marzo, alla vigilia dell’inizio del terzo anno di pontificato.
Francesco si è soffermato su come “integrare nella vita della Chiesa le famiglie replay”, cioè “quelle di seconda unione che a volte risultano fenomenali....mentre le prime un insuccesso. Come reintegrarle? Che vadano in chiesa. Allora semplificano e dicono: ‘Ah, daranno la comunione ai divorziati’. Con questo non si risolve nulla. Quello che la Chiesa vuole è che tu ti integri nella vita della Chiesa. Però ci sono alcuni che dicono: ‘No, io voglio fare la comunione e basta’. Una coccarda, una onorificenza. No. Ti devi reintegrare. Ci sono sette cose che, secondo il diritto attuale, le persone in seconde unioni non possono fare. Non me le ricordo tutte, però una è essere padrino di battesimo. Perché? E che testimonianza potrà dare al figlioccio? Quella di dire: ‘Guarda caro, nella mia vita mi sono sbagliato. Ora sono in questa situazione. Sono cattolico. I principi sono questi. Io faccio questo e ti accompagno’. Una vera testimonianza. Ma se viene un mafioso, un delinquente, uno che ha ammazzato delle persone, ma è sposato per la Chiesa può fare il padrino. Sono contraddizioni. C’è bisogno di integrare. Se credono, anche se vivono in una situazione definita irregolare e la riconoscono e l’accettano e sanno quello che la Chiesa pensa di questa condizione, non è un impedimento”.
Quanto al Sinodo, per il Papa è “è uno spazio protetto nel quale possa operare lo Spirito Santo. E per questo le persone devono essere libere. Per questo mi oppongo a che siano pubblicate le cose che ognuno dice con nome e cognome. No, non si sappia chi lo ha detto. Non ho problemi che si sappia quello che si è detto, ma non chi lo ha detto, in maniera che si senta libero di dire ciò che vuole. Inoltre, abbiamo un problema molto serio che è quello della colonizzazione ideologica sulla famiglia. […] Questa colonizzazione ideologica distrugge la famiglia. Per questo credo che dal sinodo usciranno cose molto chiare, molto rapide, che aiuteranno in questa crisi familiare che è totale”.