Il 25 aprile la National Organization for Marriage sfila per le vie di Washington difendendo l’unione tra uomo e donna
Promuovere e tutelare il matrimonio tra uomo e donna come cellula fondamentale della società. È con questo intento che la National Organization for Marriage (Nom), associazione no-profit nata nel 2007, organizza per il 25 aprile, a Washington, la terza edizione della “Marcia per il matrimonio”. In occasione dell’iniziativa, sostenuta dalla Conferenza episcopale statunitense, monsignor Richard Malone e monsignor Salvatore Cordileone, presidenti, rispettivamente, delle Commissione episcopali per la Famiglia e la Tutela del matrimonio, sottolineano, in una nota congiunta, l’importanza dell’iniziativa che “avrà luogo tre giorni prima del dibattito, presso la Corte Suprema, sulla costituzionalità che gli Stati preservino la definizione legale del matrimonio come unione tra un uomo ed una donna”.
Il prossimo 28 aprile, infatti, la Corte Suprema americana dovrà decidere se il XIV emendamento della Costituzione – quello che tutela la parità di ciascun individuo davanti alla legge – preveda anche che ogni Stato debba fornire una licenza matrimoniale alle coppie omosessuali e se lo Stato debba riconoscere un’unione gay la cui licenza sia stata concessa altrove. Ha espresso il suo appoggio il cardinale Seán O’Malley, presidente della Commissione episcopale per le Attività in favore della vita: “È una grande benedizione – scrive in un messaggio – esseri uniti in preghiera con migliaia di cattolici di tutto il Paese. L’invito a pregare, infatti, è un richiamo, per tutti noi, a crescere nella fede e nell’amore, in difesa della vita, del matrimonio e della libertà religiosa”, perché “ognuno di noi può fare la differenza per il bene della Chiesa e della società”. Per pregare in favore della vita, del matrimonio e della libertà religiosa, i presuli statunitensi mettono a disposizione sul loro sito web materiale, reperibile al link: www.usccb.org/pray