È in libreria il nuovo volume di Fabrice Hadjadj dove provocazioni e paradossi, propri del suo autore, sono a servizio della cellula fondamentale della società
«Che cosa dice l’inizio del libro della Genesi? Dio creò l’uomo a sua immagine. Maschio e femmina li creò (Gn 1, 27). In altri termini, l’immagine di Dio si trova nella differenza dei sessi». Va dritto al punto Fabrice Hadjadj, uno dei più brillanti saggisti del nostro tempo, nel suo ultimo lavoro “Ma che cos’è una famiglia? La trascendenza nelle mutande & altri discorsi ultrasessisti”.
Il volume (pp. 184, Ares editore), con uno stile provocante e paradossale tipico del suo autore, si propone di far riaffiorare la vera natura della famiglia, sommersa da definizioni e convinzioni erronee concepite dalla propaganda del “matrimonio per tutti”, della teoria gender, della tecnologia come luogo della produzione industriale dell’essere umano preselezionato e performante. Per Fabrice Hadjadj, infatti, la famiglia è prima di tutto «il luogo nel quale si articolano la differenza dei sessi e la differenza delle generazioni, e anche la differenza tra queste due differenze»; fondata su un desiderio più forte di chi ne fa esperienza, ancora prima che su una decisione, la famiglia è quindi anche «il luogo del dono e della ricezione incalcolabile di una vita che si dispiega con noi ma anche nostro malgrado, e ci spinge sempre più avanti nel mistero dell’esistere».
L’autore francese, di origine ebraica – sostenitore della famiglia, della sua implicita connaturata anarchia, e del suo essere nucleo politico fondamentale – si è convertito al cattolicesimo nel 1998, di fronte a una statua della Santa Vergine Maria custodita nella chiesa di Saint-Séverin, nel centro di Parigi. Tra le sue opere ricordiamo “La terra strada del cielo”, “Mistica della carne. La profondità dei sessi”, “La fede dei demoni, ovvero il superamento dell‘ateismo”, “Che cos‘è la verità (con Fabrice Midal)” e “Il Paradiso alla porta”.