Gigi De Palo è il nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari: “Rappresentare le famiglie di buona volontà”
“Sarà un Forum all’attacco. Cercheremo di dare risposta a tutte quelle persone che in Italia vivono in famiglia. Vogliamo essere concreti perché, per troppo tempo, ci siamo nascosti dietro a tematiche identitarie e ideologiche che ci hanno fatto perdere terreno. La famiglia, però, è in grado di aggregare tutte le persone di buona volontà”. Sono, queste, le parole di Gigi De Palo, marito di Anna Chiara, padre di Giovanni, Therese, Maddalena e Gabriele, già presidente delle Acli di Roma e nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari. De Palo, che è stato assessore tecnico alla famiglia e alla scuola del Comune di Roma e presidente del Forum delle famiglie del Lazio, succede a Francesco Belletti, che ha terminato i due mandati previsti dallo Statuto alla guida di un’organizzazione che riunisce 47 associazioni nazionali e 20 Forum regionali rappresentando una realtà di 4 milioni di famiglie.
“In Italia nascono sempre meno bambini, le famiglie non arrivano alla fine del mese, le donne desiderano due figli ma si devono fermare di media a 1,39, i giovani non riescono a fare famiglia e sono costretti ad andare all’estero. Questi – spiega il neopresidente – sono temi politici che porteremo all’attenzione di tutti gli interlocutori locali e nazionali. Noi abbiamo a cuore l’Italia. La politica non è sport ma occasione di migliorare le cose”. Partendo dal desiderio di “rappresentare tutte le famiglie di buona volontà che hanno in comune i medesimi problemi”, l’intento è “dare voce alle persone che chiedono quello che chiediamo noi. Ci sono 59 milioni di italiani che vivono le stesse difficoltà in famiglia. Silenziosamente e senza proclami, vogliamo lavorare insieme a loro per il bene di tutti. Non bisogna fare politiche spot sulla natalità ma aiutare i nostri giovani a realizzare i loro sogni. Automaticamente avremo più figli, più famiglia e più coesione sociale”. Tra gli obiettivi, “un fisco più equo, perché non è normale che oggi chi fa un figlio rischia di cadere nella povertà in un Paese a nascita zero. E poi dobbiamo raccontare la realtà delle nostre famiglie senza edulcorare, perché da essa trasparirà una bellezza contagiosa”.