THOMAS CHOE YANG-EOP (1821-1861), SACERDOTE DIOCESANO, Servo di Dio
Il servo di Dio fu il secondo sacerdote coreano, dopo S. Andrea Kim, già suo compagno di seminario, martire canonizzato. Apparteneva a una famiglia nobile e ricca. Primo di sei figli, di due genitori anch’essi sono stati uccisi per la loro fede cristiana: il padre è già stato proclamato santo nel 1968 insieme a molti altri martiri coreani e per la madre è in corso il processo di beatificazione super martyrio. Thomas fu testimone dell’esempio dei genitori che, a motivo della persecuzione scoppiata nei villaggi sotto la dinastia Joseon – la quale considerava un crimine l’adesione alla fede cattolica – erano costretti puntualmente a spostarsi e nascondersi, rischiando la vita.
Thomas, dopo gli anni di seminario a Macao, fu ordinato presbitero a Shangai nel 1849. Esercitò per breve tempo il ministero in Cina; poi rientrò nella sua Corea, dove per dodici anni con zelo eroico, tra incombenti minacce e pericoli di morte, percorrendo a piedi migliaia di chilometri, visitò numerosi villaggi, per sostenere i cristiani nella persecuzione ed evangelizzare i pagani. Con una definizione molto appropriata è stato chiamato “Il martire del sudore”. In soli sei mesi, dall’inizio del 1850, percorre oltre duemila km visitando 3815 cattolici per poi insediarsi nel villaggio di Baithi che divenne il centro di irradiazione del suo ministero e dove rimase per 12 anni, visitando ancora 127 villaggi cristiani sparsi in cinque province. In una di queste visite, fu arrestato e picchiato dalla polizia; lasciato spoglio, nel cuore della notte, in mezzo alla neve. Mise la sua vita e la sua elevata cultura a servizio degli umili; compose inni catechistici su melodie tradizionali; tradusse dal cinese in coreano un catechismo e un libro di preghiere; ottenne abbondanti frutti di conversioni. Tra le fatiche, i disagi e i pericoli divenne sempre più coraggioso; abbracciò con slancio la croce, animato da intensa devozione per i sacri cuori di Gesù e di Maria. Morì di tifo a soli 40 anni e il suo vescovo Mons. Berneux, missionario francese, lo indicò come un prete santo. Fu anche chiamato “il san Paolo della Corea”. Lui, di sé, diceva di essere semplicemente l’ultimo servo di Cristo, figlio e sacerdote inutile della Corea. Nei giorni scorsi il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Tommaso Choe Yang-Eop, Sacerdote diocesano.