Il 9 marzo il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto un gruppo di Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti d‘America (Regioni VII-IX), al termine della Visita "ad Limina Apostolorum". Nel suo discorso il papa ha dato ampio spazio ai temi della famiglia e della vita. Di seguito alcuni passaggi significativi del discorso.
"Vorrei soffermarmi (...) sulla contemporanea crisi del matrimonio e della famiglia, e più in generale, sulla visione cristiana della sessualità umana. È sempre più evidente che un indebolimento nell‘apprezzare l‘indissolubilità dell‘alleanza matrimoniale, e il diffuso rifiuto di una etica sessuale responsabile e matura fondata sulla pratica della castità, hanno condotto a gravi problemi sociali, con immense conseguenze umane ed economiche".
"Al riguardo occorre particolarmente menzionare le potenti correnti politiche e culturali che cercano di alterare la definizione giuridica del matrimonio. Il coscienzioso sforzo della Chiesa di resistere a tale pressione richiede una difesa ragionata del matrimonio quale istituzione naturale che consiste in una specifica comunione delle persone, essenzialmente radicata nella complementarità dei sessi ed orientata alla procreazione. Le differenze sessuali non possono essere messe da parte come irrilevanti nella definizione del matrimonio. Difendere l‘istituzione del matrimonio come una realtà sociale è in definitiva una questione di giustizia, poiché comporta la salvaguardia del bene dell‘intera comunità umana e dei diritti dei genitori e dei figli".
"Nei nostri colloqui, alcuni di voi hanno sottolineato con preoccupazione le crescenti difficoltà incontrate nel comunicare l‘insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia nella sua integrità, e della diminuzione nel numero dei giovani che si accostano al sacramento del matrimonio. Certamente dobbiamo riconoscere delle deficienze nella catechesi degli ultimi decenni, che a volte hanno mancato di comunicare il ricco patrimonio dell‘insegnamento cattolico sul matrimonio, istituzione naturale elevata da Cristo alla dignità di sacramento, vocazione degli sposi cristiani nella società e nella Chiesa, e pratica di castità coniugale".
"A livello pratico, i programmi di preparazione al matrimonio devono essere attentamente riveduti per garantire una maggiore concentrazione sulla loro componente catechetica e sulla presentazione delle responsabilità sociali ed ecclesiali che il matrimonio cristiano comporta. In tale contesto non possiamo trascurare il grave problema pastorale presentato dalla diffusa pratica della coabitazione, spesso di coppie che sembrano inconsapevoli di commettere un grave peccato, per non tacere il danno apportato alla stabilità della società. Incoraggio i vostri sforzi di promuovere una pastorale chiara e norme liturgiche per la degna celebrazione del matrimonio che incarnino una testimonianza senza ambiguità alle esigenze oggettive della moralità cristiana, mentre mostrano sensibilità e sollecitudine per le giovani coppie".
"In tale grande sforzo pastorale si presenta l‘urgente necessità per tutta la comunità cristiana di recuperare l‘apprezzamento della virtù della castità. (...) Non è meramente una questione di presentare degli argomenti, ma di far piacere una visione integrata, coerente ed elevata della sessualità umana. La ricchezza di questa visione è più solida e interessante delle ideologie permissive esaltate in certi ambienti; questi infatti costituiscono una potente e distruttiva forma di contro-catechesi per i giovani".
La castità, come ci ricorda il Catechismo, richiede "l‘acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana". In una società che sempre più tende a fraintendere e perfino ridicolizzare la dimensione essenziale dell‘insegnamento di Cristo, i giovani devono essere rassicurati che ‘se lasciamo entrare Cristo totalmente dentro di noi, se ci apriamo totalmente a lui, nella nostra vita, non perdiamo nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande‘". "Concludo ricordando che tutti i nostri sforzi in quest‘ambito sono diretti al bene dei minori, che hanno il diritto fondamentale di crescere con una sana comprensione del posto della sessualità nelle relazioni umane. I bambini sono il più grande tesoro e il futuro di ogni società: curarsi davvero di loro significa riconoscere la nostra responsabilità di insegnamento e difesa, e di vivere le virtù morali che sono la chiave della realizzazione umana. Auspico che la Chiesa negli Stati Uniti, quantunque mortificata dagli eventi dello decennio scorso, perseveri nella storica missione di educare i giovani e contribuire così al consolidamento di quella sana vita familiare che è la più sicura garanzia di solidarietà intergenerazionale e di sanità della società nel suo complesso.