Al 10 giugno 2016 notizie da Francia, Svizzera, Belgio, Portogallo e Costa d’Avorio sui seguenti temi : i vescovi francesi in difesa dell‘insegnamento cattolico, il rammarico dell‘episcopato svizzero di fronte all’adozione della legge sulla procreazione assistita, l‘esortazione apostolica Amoris Lætitia al centro dell’assemblea plenaria dei vescovi svizzeri e di quella dei vescovi burkinabé, la riforma dei corsi in Belgio e il veto del presidente Marcelo Rebelo de Sousa all’autorizzazione della gestazione per altri.
• FRANCIA/INSEGNAMENTO Il 9 giugno, la ministra dell‘Educazione nazionale Najat Vallaud-Belkacem ha presentato davanti alla stampa un progetto di riforma per un ulteriore inquadramento delle scuole private senza contratto con lo Stato e l‘istruzione domiciliare. Il giorno prima, la Conferenza dei vescovi di Francia aveva denunciato l’"attacco al principio stesso [della] libertà d‘insegnamento" costituito secondo lui da questa riforma delle modalità di apertura degli istituti d’istruzione privati senza contratto con lo Stato. "La libertà d’insegnamento è in pericolo", questo è il titolo dato dal cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente del Consiglio episcopale per l’Insegnamento cattolico, al suo comunicato in cui esprime "la sua apprensione" e "le sue grandissime riserve". Da vari decenni, ricorda il prelato, la Chiesa ha manifestato la sua attenzione alla libertà d’insegnamento. "Ebbene, secondo il cardinale Ricard, il nuovo dispositivo di previa autorizzazione sarebbe, nonostante le affermazioni rassicuranti, un attacco al principio stesso di questa libertà costituzionale ponendo delle condizioni all’apertura degli istituti scolastici. Se da una parte l‘arcivescovo di Bordeaux riconosce che "le motivazioni della riforma progettata meritano di essere giustamente esaminate, particolarmente la lotta alla radicalizzazione", considera però che "tale lotta è necessaria ma non a qualsiasi prezzo e sicuramente non al prezzo della libertà d’insegnamento.
• SVIZZERA/PROCREAZIONE ASSISTITA Il presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri, monsignor Charles Morerod, ha rimpianto, il 5 giugno, l’accettazione, da parte dei cittadini svizzeri, della legge sulla procreazione assistita ,dopo una votazione svoltasi qualche ora prima. "Il sì del popolo svizzero a questa legge ha conseguenze che disapproviamo", ha detto in un comunicato disponibile sul sito web dell‘episcopato svizzero. Tale legge, prosegue monsignor Morerod, "pregiudica la protezione integrale dell’essere umano, dal suo concepimento fino alla sua fine, dalla concezione fino alla morte naturale". I vescovi svizzeri si rammaricano, tra l’altro, dell’introduzione estesa della diagnosi preimpianto (DPI). In numerosi casi, "si elimineranno embrioni probabilmente infetti da una malattia, invece di curare queste vite", sottolinea il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo nel suo comunicato, ricordando poi che "la ricerca medica, di cui conosciamo tutti i benefici, è chiamata ad essere creativa e innovatrice per scoprire i modi migliori per accogliere ogni vita e sanare le malattie".
• SVIZZERA/AMORIS LÆTITIA La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) si è riunita dal 6 al 8 giugno all’abbazia benedettina di Einsiedeln per la sua 312a assise ordinaria. L‘esortazione apostolica di papa Francesco, che segue il Sinodo dei vescovi sulla famiglia, occupa un ampio spazio nel comunicato finale pubblicato il 9 giugno, intitolato " Amoris Lætitia – Orientamenti e incoraggiamenti" per la pastorale familiare. I vescovi ritengono che "le nozioni centrali di accompagnamento, discernimento e integrazione sono di particolare rilievo nell’attuazione dell’Esortazione". I vescovi hanno perciò accolto durante la loro assise una coppia rappresentativa delle Équipes Notre-Dame, comunità presente in 78 paesi che riunisce tre o quattro coppie in gruppi una volta al mese per discutere insieme, con la presenza di un prete. Per favorire l’attuazione di Amoris Lætitia, i vescovi pensano di organizzare una giornata di studio tra di loro. Inoltre, conferiranno mandati agli enti della Chiesa cattolica responsabili della pastorale matrimoniale e familiare a livello nazionale e diocesano per realizzare nuovi progetti.
• BELGIO/INSEGNAMENTO Fin dal 1 settembre, un corso di cittadinanza sarà inserito nell’insegnamento ufficiale, a scapito dei corsi a carattere filosofico che saranno ridotti da due ore a un’ora a settimana. Pertanto, il 7 giugno, i vescovi francofoni del paese hanno ritenuto doveroso rivolgersi ai genitori dei bambini che seguono corsi di religione cattolica, tramite una lettera aperta. I vescovi iniziano precisando che, con questa riforma, nell’istruzione ufficiale, il corso di religione cattolica fa tuttora parte dell’orario, in ragione di un’ora a settimana e che, nell’istruzione libera cattolica, il corso di religione cattolica fa parte dell’orario in ragione di due ore a settimana. Prendendo atto di queste decisioni, l’episcopato cattolico si rallegra "per il fatto che il corso di religione cattolica sia tuttora proposto nelle scuole". In effetti, dichiarano i vescovi, "eliminare il corso di religione cattolica significherebbe limitare le convinzioni religiose alla sola sfera privata, che sarebbe, per uno Stato démocratico, un impoverimento".
• PORTOGALLO/GESTAZIONE PER ALTRI La stampa francofona ed i movimenti di difesa della vita hanno ampiamente parlato, l’8 giugno, della decisione, presa il giorno prima dal presidente della Repubblica portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, di promulgare una legge che consente la procreazione assistita per le coppie lesbiche e le donne single, ponendo invece il suo veto all’autorizzazione della gestazione per altri. Cattolico impegnato nella vita della Chiesa, il presidente si è riferito, nel suo comunicato, alle raccomandazioni del Consiglio nazionale di etica e delle scienze della vita. A metà maggio, il giorno dopo l’adozione della legge dai deputati, il patriarca di Lisbona, cardinale Manuel Manuel do Nascimento Clemente, aveva chiaramente condannato la pratica delle madri portatrici "a controcorrente della civilizzazione".
• COSTA D’AVORIO/AMORIS LAETITIA I membri della conferenza dei vescovi della Costa d’Avorio si sono riuniti in Assemblea plenaria dal 16 al 22 maggio a Yamoussoukro, e hanno pubblicato in chiusura un comunicato finale.In questo documento, reso noto il 3 giugno, i vescovi hanno evocato numerosi temi tra cui l’esortazione apostolica di papa Francesco, a seguito dell’Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia nell’ottobre 2015.