A conclusione della riunione autunnale del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale, il Segretario Generale, Mons. Mariano Crociata, ha tenuto la consueta conferenza stampa nel corso della quale ha ricordato come la crisi continui a “mordere” e proprio le famiglie sono «l‘ultimo ammortizzatore sociale rimasto». Per questo, di fronte al perdurare della crisi, per i vescovi italiani «sconcerta» l‘immagine di «forze politiche e culturali preoccupate, paradossalmente, di indebolire ulteriormente la famiglia». «Il riferimento è al tentativo di regolamentazione giuridica delle cosiddette unioni di fatto, per le quali anche in Italia alcuni gruppi avanzano pressanti richieste di riconoscimento, in termini che si vorrebbero analoghi, se non identici, a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio; una tutela che, nelle intenzioni, verrebbe estesa anche alle unioni omosessuali». Il segretario CEI ha anche annunciato la prossima 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, incentrata sulla famiglia, cellula primaria e fondamentale della vita sociale (Torino, 12 - 15 settembre 2013).
Di seguito il paragrafo del Comunicato dei lavori dedicato alla Famiglia.
Famiglia e vita, impegni profetici Il «reticolo di corruttele e di scandali», che attraversa la classe politica e motiva indignazione e ostilità nella cittadinanza, ha portato i membri del Consiglio Permanente a lamentare la distanza tra l’Italia dei “furbi” e quella degli onesti. La tradizione culturale del Paese è enorme – hanno rilevato – ma si stenta a vederne in atto le ricadute; prevale la demagogia delle opinioni, mentre si fatica a formare le coscienze di quei credenti che si sono volti all’impegno politico e che necessitano di essere sostenuti anche nella vita spirituale, perché questa ispiri loro comportamenti coerenti. Si avverte la necessità di un nuovo patto sociale, a partire dalla riscoperta di ragioni vere e condivise che possano far vivere insieme una vita buona e virtuosa. Il confronto all’interno del Consiglio ha permesso di focalizzare la drammatica situazione in cui tanta gente ormai vive: precariato, disoccupazione, aziende in forti difficoltà, insolvenza da parte di enti locali. La realtà che porta il peso maggiore della crisi rimane la famiglia, principale ammortizzatore sociale e condizione del possibile rilancio del Paese. Per questo il Consiglio Permanente rimarca l’urgenza di politiche fiscali che la tutelino, riconoscendole, ad esempio, libertà educativa e, quindi, un maggiore sostegno alla scuola, compresa quella paritaria. Specie attraverso le Caritas, si conferma il volto di una Chiesa vicina e solidale, riferimento credibile anche nella proposta di stili di vita sobri ed essenziali. La stessa Chiesa rimane, perciò, sconcertata a fronte di forze politiche e culturali preoccupate, paradossalmente, di indebolire ulteriormente la famiglia: il riferimento è al tentativo di regolamentazione giuridica delle cosiddette unioni di fatto, per le quali anche in Italia alcuni gruppi avanzano pressanti richieste di riconoscimento, in termini che si vorrebbero analoghi – se non identici – a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio; una tutela che, nelle intenzioni, verrebbe estesa anche alle unioni omosessuali. L’analisi della situazione porta a rilevare che nei Comuni italiani che hanno istituito registri per le unioni civili il numero degli iscritti rimane irrilevante, se non nullo. Questo dato – unito alla consapevolezza che tali iniziative sono di dubbia legittimità sotto il profilo giuridico e carenti di utilità pratica – non impedisce di coglierne il valore simbolico e la carica ideologica rispetto al modello costituzionale: l’unione tra l’uomo e la donna sancita dal patto matrimoniale. Ad analoga considerazione i Vescovi sono giunti anche per le dichiarazioni anticipate di trattamento, raccolte nei registri istituiti da alcuni Comuni, che pure concorrono a diffondere una precisa e discutibile cultura attorno al fine vita. Il Consiglio Permanente ha quindi ribadito l’impegno della Chiesa a tutela della famiglia naturale e a difesa della vita umana nella sua inderogabile dignità: un impegno – è stato evidenziato – profondamente “laico”, che va a beneficio dell’intera comunità civile. Di tale impegno è parte anche l’annuncio della bellezza del progetto matrimoniale e familiare e, quindi, la difesa della domenica, quale giorno libero dal lavoro e dedicato alla famiglia e alla festa.