Negli ultimi mesi il Vietnam si è dimostrato molto dinamico sotto l’aspetto pastorale, e in particolare per quanto riguarda la famiglia.
Prima di tutto, infatti, appena iniziato l’Anno della fede, i vescovi vietnamiti hanno esortato i fedeli a “riscoprire la gioia della fede” per “impegnarsi con più passione nella nuova evangelizzazione, annunciando il Vangelo a quel 93% dei vietnamiti che non conoscono ancora il Signore, introducendo lo spirito evangelico in tutti gli ambiti della vita, contribuendo alla costruzione di una società sana, conforme ai valori del Vangelo e della tradizione culturale vietnamita”. Un’esortazione contenuta in una lettera pastorale pubblicata al termine della loro sessione autunnale a Thanh Hoa. Nel documento i presuli hanno poi osservato che se la maggior parte dei cattolici in Vietnam ancora partecipa regolarmente alla Messa domenicale e la famiglia continua ad essere il luogo privilegiato in cui si trasmette la fede cristiana, in alcuni casi essa è diventata un’abitudine, senza tradursi in “convinzione personale che anima le decisioni importanti della nostra vita”. La lettera, infine, ha poi tirato in causa direttamente i genitori, ricordando che la famiglia è sempre stata “la culla della trasmissione della fede cristiana, la scuola dove viene insegnato il primo catechismo alle nuove generazioni”. Il secondo testo proveniente dal Vietnam è invece stato redatto dalla Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia (FABC) in vista della sua decima Assemblea plenaria, intitolata “I 40 anni della FABC: rispondere alla sfide dell’Asia” e organizzata dal 10 a al 16 dicembre a Xuan Loc. Il testo, l’Instrumentum Laboris dell’Assemblea, al paragrafo numero 8 cita ampiamente la famiglia, ritenuta fondamentale nell’evangelizzazione:
«L’evangelizzazione e il rinnovamento asiatici considerano la famiglia come punto focale. La famiglia asiatica è la cellula recettrice di tutto ciò che incide sulle società asiatiche sia nel bene che nel male. Una famiglia asiatica rinnovata è una famiglia che si sforza di rinnovarsi verso una cultura integrale della vita nonostante si trovi in mezzo a forze mortifere. A tal fine è necessario un rinnovamento della santa pastorale familiare all’interno della chiesa locale, una pastorale che sviluppi una spiritualità della famiglia che si faccia promotrice di una cultura di vita integrale. La spiritualità familiare deve essere costruita a partire da una spiritualità che sia di comunione, la comunione tra marito e moglie. La comunione nella famiglia è radicata nella comunione d‘amore senza fine tra Dio Padre, il Figlio e lo Spirito, una comunione che scorre inesorabilmente verso i bambini nati dall‘amore tra marito e moglie, e che sfocia nella solidarietà verso gli altri, indipendentemente dalla loro religione o cultura».