Le mie impressioni sul nuovo libro di Papa Benedetto XVI "I Vangeli dell’infanzia: Gesù di Nazareth". Sir David E. Osunde (e Mrs. Mary-Joan, Abuja Nigeria)
Il nuovo libro di Benedetto XVI L’infanzia di Gesù, che egli ha firmato col proprio nome personale, porta l’umanità a un nuovo livello di apprezzamento della missione della Sacra Famiglia di Nazareth nel mondo.
Il suo porre a confronto le narrazioni di Matteo e Luca nei Vangeli sinottici dell’infanzia di Gesù illumina la mia mente riguardo alla strada che i membri della mia famiglia ed io, e in verità tutti i componenti di famiglie, devono intraprendere per compiere il loro viaggio verso Dio. Egli presenta a me, e in verità a tutti i Cristiani e in pari modo ai non cristiani, in un chiarissimo linguaggio, il modo in cui Gesù, Maria e Giuseppe vivevano nel mondo, contribuendo a far capire a tutti che l’essenza della vita è quella di discernere il messaggio di Dio e intraprendere passi concreti ma rapidi per svolgere la “missione” che Dio stesso ha affidato a ciascuno. Il libro ri-sottolinea che il messaggio di Dio può essere ricevuto direttamente da Lui attraverso segni e prodigi, esattamente come Gesù ricevette il Suo messaggio nella forma di una colomba che scese e si posò sulla sua spalla e di una voce [di provenienza] invisibile con cui Dio, con gran meraviglia di tutti, annunciava a Giovanni il Battista e al mondo che Cristo era il suo Figlio diletto a cui tutti dovevano ascolto. E che dire dell’apparizione dell’Angelo Gabriele a Maria con un messaggio di Dio secondo il quale lei avrebbe dato alla luce, per opera dello Spirito Santo, un figlio il cui nome doveva essere “Gesù”? Questo mi dice chiaramente che Dio può mandare un qualsiasi angelo, o chiunque altro, per trasmettermi il Suo messaggio. Come il sogno di Giuseppe che indica anche che gli esseri umani possono ricevere il messaggio di Dio attraverso il sogno. La cosa importante in tutto questo è come discernere rapidamente il messaggio di Dio e andare avanti a collaborare con Lui nell’adempiere lo scopo per cui Egli ha creato ciascuno. A tal fine, il libro mi ricorda la necessità di affrettarmi ad aspirare a Dio in tutto ciò che faccio. [Mi ricorda come] ciò debba essere un pre-requisito nei miei progetti, e nelle conseguenti azioni, sapendo benissimo che, nello svolgere la mia missione qui sulla terra, devo prendere a bordo le virtù dell’umiltà, semplicità, obbedienza, abbandono, pazienza, amore agapico, orazione, rendimento di grazie, libertà, autocontrollo, disponibilità a lavorare sodo, costanza nella preghiera e quant’altro, di cui danno esempio Gesù, Maria e Giuseppe. Questo messaggio mi è arrivato come un dono di Natale mentre leggevo durante il periodo natalizio. Il Santo Padre nel libro mi indica chiaramente che, quando pecco, mi esilio dalla presenza di Dio, e anche che ho il dovere di usare la libertà che Dio mi ha liberamente dato per riconciliarmi con Lui senza indugio; una volta fatto questo, mi ritroverò certamente nel caldo abbraccio del Padre celeste, dal quale sperimenterò la pace che questo mondo non può dare, la verà libertà che Egli dà liberamente a coloro che tornano a Lui e la sicurezza della vita che Egli dona ai Suoi figli, eliminando la paura dalla loro vita. Il libro mi ha anche preparato a usarlo come strumento spirituale per sviluppare la mia fede in questo Anno della Fede, come pure a servirmene quale risorsa materiale da cui io possa derivare nuova forza spirituale per la prosecuzione del programma della Società della Sacra Famiglia, ora dettagliato in questo nuovo progetto di evangelizzazione. Ecco la mia lettura del messaggio del Papa nel suo nuovo libro, che ho pure il dovere di comunicare a tutti.