L’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famigla ha concluso la sua ultima giornata di lavoro con la celebrazione della Santa Messa, presiduta dal Presidente del Dicastero, monsignor Vincenzo Paglia.
La mattinata è iniziata con l’intervento del rabbino David Rosen, che ha parlato di “Carta dei Diritti della Famiglia nella prospettiva ebraica”. Il dottor Rosen ha innanzitutto evidenziato le differenze tra l’insegnamento cattolico e quello ebraico in tema di famiglia. Gli ebrei ammettono il divorzio e la contraccezione, in quanto riconoscono la persona umana come tale dal momento della nascita, e non come embrione. Entrambe le religioni, però, attribuiscono un valore centrale al matrimonio e alla famiglia nella società e nella fede. Per la religione ebraica, «la casa è il cuore della celebrazione liturgica e la famiglia ha un valore spirituale, ha la missione della santità». L’amore in famiglia, per i genitori, è amore per Dio. E l’osservanza della fede tiene le società e assicura la continuità delle generazioni.
Il momento più importante della giornata è stata l’Udienza con il Santo Padre, Papa Francesco, con i membri e i consultori del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Dopo il Saluto al Pontefice del Presidente, mons. Vincenzo Paglia, il Papa ha pronunciato un commovente discorso. Tra le altre cose, il Santo Padre ha detto che «la famiglia è una comunità di vita a sé stante, non è la somma delle persone che la compongono. Ed è il luogo dove si impara ad amare». Si potrebbe dire, ha continuato il Papa, che la famiglia «è il motore del mondo e della storia, il centro naturale della vita umana, dove si costruisce la personalità: il luogo dove si riceve il nome, si apprendono gli affetti, la responsabilità l’uno verso l’altro, il dialogo, l’arte di comunicare». Pertanto, «la comunità familiare deve essere riconosciuta e tutelata nella sua autonomia, mentre oggi prevale una cultura di tutela esclusiva dei diritti individuali». «La famiglia si fonda sul matrimonio», ha detto il Papa. «Attraverso un atto d’amore libero, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio si fonda sull’unione dell’uomo con la donna come primo sacramento dell’umano. Nell’amore coniugale e familiare si rivela chiaramente la vocazione di ogni persona ad amare per sempre. Le difficoltà, i sacrifici, le crisi, sono passaggi, per aprirsi ancora di più l’uno all’altra, confidando nell’amore di Dio». «Ci sono problemi nel matrimonio, in famiglia – ha aggiunto Papa Francesco –, ci sono diversi punti di vista, gelosie incomprensioni, si litiga; bisogna però dire ai giovani sposi che l’importante è non finire mai la giornata senza fare la pace. Fare la pace rinnova il sacramento coniugale e mantiene unita la famiglia». Un pensiero particolare per i bambini e i nonni. «Una società che dimentica i piccoli e gli anziani recide le proprie radici e il proprio futuro. Prendersi cura dei bambini e degli anziani è un atto di civiltà». «Annuanciare la buona naotizia della famiglia è una parte importante dell’evangelizzazione, affidata ai cristiani nella testimonianza di vita», ha concluso il Papa, che si è rivolto «con particolare affetto alle famiglie in difficoltà».
Nel pomeriggio, l’intervento di Monsignor John J. McIntyre, Vescovo ausiliare di Philadelphia (Stati Uniti), che ha presentato il lavoro di preparazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà nella cittadina del Nord-America nel 2015.
Monsignor Vincenzo Paglia ha tenuto le conclusioni della XXI Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, esortando tutti i partecipanti a collaborare intensamente con il Papa e con il Dicastero nel servizio pastorale per la famiglia e per la vita nel mondo.