«Sono circa 40 gli interventi del Papa – dall’ottobre 2014, subito dopo il Sinodo, a metà maggio di quest’anno – tutti a sostegno della dottrina e della pratica tradizionale in materia familiare, che i media hanno ripetutamente offuscato, dedicandogli un’attenzione estremamente blanda». E’ un j’accuse vibrato quello che Sandro Magister, giornalista dell’Espresso, ha lanciato nel corso della presentazione della nuova collana “Famiglia, lavori in corso” dell’editore Cantagalli, il 20 maggio, nell’Auditorium del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.
«Concluso il Sinodo – ha proseguito Magister – Papa Francesco, dopo aver incoraggiato e preso nota di tutti i punti di vista dei vescovi, ha dovuto constatare una notevole resistenza al cambiamento. Proprio nel rispetto di tale orientamento emerso dall’Assemblea, il Pontefice, rispetto ai suoi interventi precedenti, più aperti alle novità, ha quindi cambiato registro comunicativo, parlando di famiglia in termini lineari, sempre rispettosi dell’insegnamento dei suoi predecessori. Ma i media dov’erano? Penso di essere il primo giornalista ad aprire un dibattito pubblico su questi suoi interventi. Come dimenticare, ad esempio, quello importantissimo sulla teoria del gender, del tutto misconosciuto dagli operatori della comunicazione?».
Magister ha poi evidenziato come dopo il Sinodo, in Europa, ci sia stata una grande confusione che ha portato molte parrocchie e pastorali ad agire individualmente, «facendo proprie le tesi del Cardinale Kasper attraverso una discrezionalità che ha portato ad abusi quali, ad esempio, l’assoluzione di divorziati-risposati con il relativo permesso a comunicarsi. Ma se nel Vecchio Continente sono ormai presenti queste “derive pratiche”, è anche vero che altrettanto forti, in contrapposizione, stanno sorgendo critiche e resistenze. Una di queste è stata recentemente quella espressa dal vescovo di Passau, intervenuto risolutamente e appoggiato da altri cinque vescovi».