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Famiglia e migranti, il doppio impegno
I vescovi svizzeri in Plenaria si preparano al Sinodo e chiedono una maggiore apertura all’Europa e alle nazioni più ricche nell’accogliere chi vive in situazioni drammatiche
Un’Assemblea plenaria in cui si è discusso soprattutto del prossimo Sinodo sulla famiglia e di migrazione. E’ quella organizzata dalla Conferenza episcopale svizzera e svoltasi tra il 31 agosto e il 2 settembre a Givisiez, nel Canton Friburgo. In particolare, i vescovi elvetici si sono preparati all’evento del prossimo ottobre il primo giorno del loro incontro, promuovendo una giornata di studio sul tema sinodale “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Ma il comunicato finale del loro raduno – durante il quale è stato eletto presidente della Conferenza episcopale per il triennio 2016-2018 Monsignor Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo – ha anche invitato apertamente tutti, Chiesa e istituzioni, ad aiutare maggiormente rifugiati e migranti nei loro drammi, spesso a monte della disgregazione di affetti e legami familiari: «Nello spirito del Vangelo – scrivono i vescovi – si vada in aiuto delle persone povere e sofferenti. L’aumento dell’indigenza, infatti, esige maggiori aiuti a tutti i livelli. La solidarietà deve oltrepassare le frontiere nazionali ed europee perché non è l’Europa a portare il fardello più pesante della tragedia dei rifugiati. Solo una piccola parte dei 60 milioni di persone in fuga dal loro Paese raggiunge l’Europa. Ad esempio in Siria, sui 4 milioni che hanno lasciato il Paese, 3,5 milioni vivono negli Stati confinanti (Libano, Giordania, Iraq e Turchia)».
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