Pochi giorni fa, il 28 ottobre, è ricorso il 50° anniversario della dichiarazione Gravissimum Educationis, promulgata dal Concilio Vaticano II nel 1965. Il testo tratta esplicitamente dell’educazione cristiana, di cui se da una parte sono responsabili sia la società civile che la Chiesa, dall’altra, in primis, lo è soprattutto la famiglia. Per l’occasione, per festeggiare i cinquant’anni dell’ultimo grande Concilio, pubblichiamo un breve brano del documento, con la sua chiara esortazione ai genitori cristiani a essere i primi educatori dei loro figli.
“I genitori, primi educatori
3. I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo gravissimo di educare la prole:
vanno pertanto considerati come i primi e i principali educatori di essa. Questa loro funzione
educativa è tanto importante che, se manca, può difficilmente essere supplita. Tocca infatti ai
genitori creare in seno alla famiglia quell'atmosfera vivificata dall'amore e dalla pietà verso Dio e
verso gli uomini, che favorisce l'educazione completa dei figli in senso personale e sociale. La
famiglia è dunque la prima scuola di virtù sociali, di cui appunto han bisogno tutte le società.
Soprattutto nella famiglia cristiana, arricchita della grazia e delle esigenze del matrimonio
sacramento, i figli fin dalla più tenera età devono imparare a percepire il senso di Dio e a venerarlo,
e ad amare il prossimo, conformemente alla fede che han ricevuto nel battesimo; li anche fanno la
prima esperienza di una sana società umana e della Chiesa; sempre attraverso la famiglia, infine,
vengono pian piano introdotti nella comunità degli uomini e nel popolo di Dio. Perciò i genitori si
rendano esattamente conto della grande importanza che la famiglia autenticamente cristiana ha per
la vita e lo sviluppo dello stesso popolo di Dio.
Il compito educativo, come spetta primariamente alla famiglia, cosi richiede l'aiuto di tutta la
società. Perciò, oltre i diritti dei genitori e di quelli a cui essi affidano una parte del loro compito
educativo, ci sono determinati diritti e doveri che spettano alla società civile, poiché questa deve
disporre quanto è necessario al bene comune temporale. Rientra appunto nelle sue funzioni favorire
in diversi modi l'educazione della gioventù: cioè difendere i doveri e i diritti dei genitori e degli altri
che svolgono attività educativa e dar loro il suo aiuto; in base al principio della sussidiarietà,
laddove manchi l'iniziativa dei genitori e delle altre società, svolgere l'opera educativa, rispettando
tuttavia i desideri dei genitori, fondare inoltre, nella misura in cui lo richieda il bene comune,
scuole e istituzioni educative proprie.
Infine, ad un titolo tutto speciale, il dovere di educare spetta alla Chiesa: non solo perché essa va
riconosciuta anche come società umana capace di impartire l'educazione, ma soprattutto perché essa
ha il compito di annunciare a tutti gli uomini la via della salvezza e di comunicare ai credenti la vita
di Cristo, aiutandoli con sollecitudine incessante a raggiungere la pienezza di questa vita. A questi
suoi figli, dunque, la Chiesa come madre deve dare un'educazione tale, che tutta la loro vita sia
penetrata dello spirito di Cristo; ma nel contempo essa offre la sua opera a tutti i popoli per promuovere
la perfezione integrale della persona umana, come anche per il bene della società”.