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I cinque talenti degli sposi   versione testuale
Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, è in libreria con un volume-intervista che invita a coltivare, facendole fruttare, le doti peculiari della vita matrimoniale


«È una cosa naturale che i genitori amino i figli, ma chi ha generato biologicamente deve risceglierli secondo il criterio dell’amore, e prima ancora nell’amore tra gli sposi. Diceva bene don Oreste Benzi che un buon papà deve essere prima un buon marito e una buona mamma deve essere prima una buona moglie. L’elemento naturale aiuta ma non deve scadere nel sentimentalismo, perché l’amore non è un sentimento ma una scelta, una responsabilità, è accompagnare ed educare». Così Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, parla dell’amore verso i figli nel libro-intervista “I cinque talenti degli sposi – Provocazioni sul matrimonio e la famiglia” (125 pagine, 10 euro), edito da Sempre Comunicazione.
 
 
Il volume – che contiene anche una meditazione tenuta a un “deserto” organizzato dalla Comunità, ed intitolata “La famiglia capolavoro di Dio” – desidera indicare, approfondendoli, i cinque talenti da mettere a frutto propri dei coniugi, e che per Ramonda sono specificamente «l’amore per lo sposo e per la sposa, l’amore per le creature che il Signore ha affidato, il talento del lavorare sodo, la preghiera in famiglia e l’accogliere i poveri». L’autore del resto è convinto, e di questa convinzione si fa esperienza costante durante tutta la lettura dell’opera – che ormai «per gli sposi di oggi non ci sono prediche, non ci sono moralismi, solo l’invito a lasciare gli ormeggi e navigare verso qualcosa di veramente grande».
 
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