Una bella iniziativa da parte della Chiesa cattolica in Francia, mentre l'integrazione di musulmani nella vita del paese viene considerata come motivo urgente di dibattito, dopo i drammatici attentati del 2015 : una nuova guida sul matrimonio islamo-cristiano, indirizzato alle coppie, ai responsabili della pastorale familiare e ai sacerdoti. Pubblicato nel novembre del 2015, questo documento di 48 pagine è frutto del lavoro congiunto della
Federazione nazionale dei Centri di preparazione al matrimonio (CPM) in Francia,
l'Ufficio nazionale per i rapporti con l'islam e il
Gruppo delle famiglie islamo-cristiane (Gfic).
Basandosi sul fatto che, anche se si avverte tuttora una certa riluttanza nel vedere i giovani orientarsi verso un matrimonio misto o interreligioso, le coppie spingono le istituzioni a modificare la loro prassi, chiedendo di essere accompagnate nel loro cammino. Per questo motivo, il documento propone chiavi di riflessione sulla preparazione e la celebrazione di un matrimonio interreligioso, l'educazione e la trasmissione, cosi come sui rapporti con le famiglie, la vita quotidiana e le tradizioni culturali. Ecco l'intervista a p. Vincent Feroldi, direttore dell'Ufficio nazionale per i rapporti con i musulmani, che fa capo alla Conferenza episcopale francese.
Quale è stato il motivo della pubblicazione di questo documento?
Il testo che trattava questo argomento in precedenza risale a dieci anni fa. Da allora, la realtà delle coppie miste è cambiata molto e richiedeva un aggiornamento. Le coppie sono venute a darci una spinta. Il rispetto della fede dell'altro interpella maggiormente : crea delle difficoltà ma è anche fonte di arricchimento. Pur essendo in due, ognuno può vivere la propria spiritualità. Sempre di più, i credenti molto praticanti rispettano la fede altrui.
Quanti sono i matrimoni tra cattolici e musulmani in Francia?
È difficile da dire, ma ecco una stima : nell'arcidiocesi di Lione, nel 2013, sono stati celebrati 1600 matrimoni, tra cui 400 nei quali uno dei coniugi era cattolico e l'altro no. Per un quarto di questi 400 matrimoni, si trattava di un unione tra due cristiani. Sugli altri 300, sono stati registrati 10 matrimoni cattolici-islamici, nella forma canonica.
Come lavorate con le coppie?
Si tratta di un lavoro su misura, secondo il cammino spirituale, l'ambiente familiare, il paese dove la coppia si trasferirà, se è a maggioranza cristiana o islamica. L'accompagnamento umano e spirituale è molto importante, ci sono tante soluzioni quanti sono i casi. Il fatto di appartenere a due diverse religioni porta ogni coniuge a interrogare la propria fede, a far crescere la presa di coscienza della fede.
Quale è il momento più delicato nella vita di una coppia mista?
È soprattutto l'arrivo dei figli, un momento difficile perché non riguarda solo la vita della coppia stessa, che molto spesso ha maturato a lungo questa scelta, ma anche tutta la famiglia, tra cui i genitori degli sposi. Risulta spesso complicata la decisione di circoncidere un neonato. Inoltre, durante la crescita dei bambini, i nonni tendono ad interpellare i propri figli su ogni cosa, compresi vecchi problemi già risolti. E non si risolve tutto astenendosi. Anche se le domande sono state trattate in gran parte prima del matrimonio, non si può evitare il sorgere di altri problemi.
Per quanto riguarda la celebrazione, sembra che i pareri divergano sulla natura sacramentale o meno di questi matrimoni...
C'è anche un dibattito tra gli stessi canonisti a proposito del carattere sacramentale del matrimonio con disparità di culto, cioè celebrato tra una persona cattolica ed un'altra non battezzata. Alcuni ritengono di sì, molti altri di no. Poi i responsabili della pastorale del matrimonio : pochi hanno una conoscenza sufficiente del diritto canonico. Molti di loro, per esempio, si chiedono se la promessa degli sposi durante il matrimonio civile può avere o meno un valore canonico.
(intervista raccolta da Charles de Pechpeyrou)