Tra pensiero filosofico-teologico e magistero. È questa l’intrigante zona d’ombra, attraversata esistenzialmente da San Giovanni Paolo II, che Jaroslaw Merecki analizza nel suo ultimo libro, “Corpo e trascendenza – L’antropologia filosofica nella teologia del corpo di Giovanni Paolo II”.
Il volume (142 pagine, edito da Cantagalli) parte dalla constatazione che la famosa teologia del corpo del pontefice polacco costituisce, in un certo senso, la continuazione della riflessione filosofica di Karol Wojtyla. Concentrandosi soprattutto sulle problematiche riscontrate in due dei libri speculativi più profondi e originali del futuro Papa, “Amore e responsabilità” e “Persona e atto”, Merecki evidenzia che le stesse ricompaiono, sotto il cielo nuovo di una più vasta teologia, all’interno del suo magistero, soprattutto nel corso delle sue catechesi del mercoledì. Oggi infatti sappiamo che la prima parte di quella sapienza espressa il mercoledì a San Pietro, in cui il “Papa della famiglia” trattava della discussione tra Gesù e i farisei sull’indissolubilità del matrimonio, fu preparata da Karol Wojtyla prima che egli fosse eletto Pontefice. E proprio questa prima parte di catechesi è ciò che Merecki analizza con cura e passione, svelandoci ciò che si cela sulla soglia fra il pensiero filosofico e teologico del Cardinal Wojtyla e il magistero del papa San Giovanni Paolo II.