“Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. L’ha detto Papa Francesco intervenendo venerdì 22 gennaio nella Sala Clementina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale della Rota Romana.
“Se – ha proseguito il Papa – la famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al ‘sogno’ di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità”, famiglia e Chiesa, “su piani diversi, concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza. E lo fanno certamente con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita. Infatti, se la famiglia si può ben dire ‘chiesa domestica’, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio”.
Alla luce di tutto ciò, ha proseguito, “lo ‘spirito famigliare’ è una carta costituzionale per la Chiesa” che, “con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità –, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta – ha concluso – da tutti i fedeli battezzati”.