«Il bene comune presuppone il rispetto per la persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili ordinati al loro sviluppo integrale. Richiede inoltre il benessere sociale e lo sviluppo dei vari gruppi intermedi, applicando il principio della sussidiarietà. Tra questi spicca in particolare la famiglia, come la cellula-base a partire dalla quale si costruisce e si compatta la società».
I vescovi spagnoli esortano in questo modo lo Stato e la società a promuovere maggiormente il bene comune, sempre più sacrificato sull’altare dei diritti individualistici. Lo fanno attraverso uno dei passaggi più importanti della loro nota “Curare la vita, seminare la speranza”, scritta in occasione della Giornata per la vita, il 4 aprile 2016.
Per la Conferenza episcopale della Spagna, infatti, «l’ecologia umana ci chiede soprattutto di prenderci cura della prima “casa” in cui viviamo, il seno delle madri, luogo di accoglienza e protezione, dove si stabilisce il primo dialogo umano, tra il nuovo essere e sua madre, che getterà le basi per ogni futura relazione umana». La nota ricorda infine come «la protezione dei più deboli e degli indifesi – come sono i bambini concepiti e i non ancora nati, i poveri e i bisognosi, quelli con malattie o con gravi disabilità, e gli anziani, che si avvicinano alle ultime tappe della loro vita terrena – fa parte inevitabile della promozione del bene comune» e come ciascuno di noi sia chiamato a promuoverlo tramite un’ecologia umana integrale.