Torna in Home Page
 HOME ITA » Archivio » News » 2012 » Ottobre » La famiglia al Sinodo/15    

La famiglia al Sinodo/15   versione testuale
Mercoledì, 17

Dall’intervento di Mons. Jean Damascène BIMENYIMANA, Vescovo di Cyangugu (RWANDA)

La Chiesa cattolica in Ruanda continua a intraprendere varie iniziative per aiutare il popolo di questo paese, che ha conosciuto una serie di eventi tragici che hanno spezzato numerose vite umane e lasciato i superstiti in situazioni di fragilità e vulnerabilità estreme sotto diversi punti di vista. Fra le strategie adottate c’è la riorganizzazione delle comunità ecclesiali di base. A questo proposito si è fatta una nuova suddivisione, in modo che ciascuna comunità di base riunisca venti famiglie, vicine le une alle altre. In questo stesso ambito, si organizzano sessioni e ritiri per le famiglie e si discute sulle sfide che affronta oggi la famiglia. Si insiste sulla paternità responsabile e sul ruolo della donna, tanto più che sono assai numerose le vedove responsabili di famiglie. Questo orientamento pastorale implica una particolare attenzione verso i bambini. La grande preoccupazione della Chiesa cattolica in Ruanda è di assicurare che i bambini crescano in età e saggezza con una fede interiormente ben radicata. Perciò sono nate le comunità ecclesiali di base per i bambini a misura delle comunità ecclesiali ordinarie.
 
Dall’intervento di Mons. Janusz Wies³aw KALETA, Vescovo di Karaganda, Amministratore Apostolico di Atyrau (KAZAKISTAN)

Per il gruppo relativamente esiguo di quanti ancora mantengono la propria fede e tradizione, le loro famiglie sono di importanza fondamentale. Non si può ignorare tuttavia che spesso - perfino in famiglie dove nonni o genitori sono religiosi e recitano il rosario e partecipano alla liturgia - le giovani generazioni sono molto lontane dalla religione e dalla Chiesa.
Il problema è quello di formare quotidianamente le nostre “babushka’s” (nonne) alla Sacra Scrittura e al catechismo in modo semplice e comprensibile. Ciò sarà possibile grazie all’organizzazione di ritiri, corsi e conferenze dedicati alle madri. In secondo luogo, così come per le madri, occorre che vengano adeguatamente formati i giovani e quanti sono già padri di famiglia, per essere anche loro agenti di trasmissione della fede. È proprio a questa complementarietà che si riferisce l’Instrumentum Laboris (n. 110). Spesso si dimentica che anche gli uomini possono essere utili in questo ministero di trasmissione della fede.
 
print
Copyrights 2012. All rights reserved Pontificium Consilium pro Familia