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Rembrandt (1606-1669)   versione testuale
Sacra Famiglia (olio su tela, 1645). San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage. © 2011. Foto Scala, Firenze


Una stanza immersa nell’ombra: bottega e soggiorno, con attrezzi, sedie e fornello per riscaldare. In diagonale da sinistra piove su Maria e il Bambino una luce dal cielo con una scia di piccoli angeli: una luce di rivelazione. Maria nella meditazione dell’Antico Testamento ha incontrato un testo che preannuncia il destino doloroso del figlio; con apprensione si volta verso di lui e solleva la tenda per vegliarlo. Gesù bambino dorme tranquillo nella culla a dondolo. Ma la coperta di color rosso vivo allude al sangue che sarà sparso e la cesta di vimini evoca il sepolcro in cui sarà deposto. Il primo angioletto apre le braccia a forma di croce. Il giogo che Giuseppe sullo sfondo sta modellando fa pensare al giogo che Gesù porterà per salvarci. Il mistero della croce è già presente nella vita ordinaria della santa famiglia di Nazaret. Ma si prolunga anche in quella delle altre famiglie, come suggeriscono i chiari riferimenti a quella dell’artista: suppellettili del suo tempo, ritratto della moglie nella figura della Madonna, l’allusione ai figli morti negli angioletti e all’ul¬timo nato nel Bambino Gesù.
 
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