Centinaia di migliaia di cittadini polacchi sono scesi in piazza in oltre cento città in difesa della famiglia e della vita, il 26 maggio scorso, per partecipare alla campagna europea “Oneofus” ("Uno di noi").
Secondo quanto dichiarato al Sir dal direttore dell’Agenzia Kai, Marcin Przeciszewski, «la crescita esponenziale del numero di partecipanti a queste iniziative popolari registrata negli ultimi anni testimonia il risveglio della società civile che reclama i diritti spettanti alla famiglia».
Il “paradosso polacco” – afferma Przeciszewski − sta nel fatto che «in una società che mette in evidenza il valore della famiglia, riconosciuta come principale fonte della felicità, non vengono promosse delle politiche adeguate affinché tali valori siano riconosciuti». Ed è questo uno dei motivi per cui non è incentivata la scelta per la nuova vita, nei casi in cui una nuova nascita può significare scendere sotto la soglia di povertà. Perciò la Polonia si trova oggi a rischio di quella che Przeciszewski definisce di “catastrofe demografica ed economica”. «L'attuale tasso di fecondità totale (Tft pari a 1,3) colloca la Polonia al 209mo posto tra i 222 Paesi analizzati. Nel 2050, secondo le stime dell'Onu, i cittadini polacchi non saranno più di 30 milioni, ma la società polacca sarà tra le più anziane del continente».
Il Presidente della Repubblica Polacca, Bronislaw Komorowski, ha promosso un programma di politiche familiari che prevede una Carta dei diritti per le famiglie numerose, con l’introduzione del cosiddetto “quoziente familiare”, tra l’altro, con l'abbassamento dell'imponibile sulla base del numero dei figli.