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L’educazione? Un cantiere aperto    versione testuale
Storia 8. Antoine Renard, Presidente Cnafc: Essere genitori confrontandosi con altri genitori



«Gli interrogativi che esistono oggi in materia di educazione sono piuttosto numerosi e riguardano molteplici fattori, i primi dei quali sono certamente rappresentati dai genitori. Questi quesiti possono portarli a dubitare della loro capacità di educare i figli mentre essi sono i loro primi educatori, anche se non i soli. Di fronte a questi dubbi, sono possibili diversi atteggiamenti politici: sostituire ai genitori strutture che si facciano carico dell’educazione o cercare di sostenerli, valorizzandone le capacità. “I cantieri per l’educazione” rispondono a questa seconda ambizione». È esplicito Antoine Renard, Presidente della Confederazione nazionale delle associazioni familiari cattoliche (Cnafc) francese, nell’illustrare l’obiettivo di questi gruppi di genitori che, mettendo in comunione esperienze e idee, portano il loro contributo educativo a un sociale sempre più bisognoso dell’apporto vivificante di laici organizzati in modo autonomo e creativo. Un modello di sostegno alle famiglie rivelatosi vincente, tanto da spingere due delle maggiori istituzioni francesi a riconoscerne ufficialmente l’importanza. Se, infatti, da una parte, il Ministero della Pubblica Istruzione ha firmato una convenzione quadro con il Cnafc, legittimando gli ottimi risultati ottenuti nel prevenire l’insuccesso scolastico, dall’altra il Ministero del Lavoro e dalla solidarietà si avvale da tempo della partecipazione dei “cantieri” alle iniziative delle Reaap (Reti di ascolto, appoggio e accompagnamento ai genitori), istituite e promosse dallo stesso dicastero.
 
Nati informalmente nel 1990 per iniziativa di quattro madri di famiglia e cresciuti poi in seno alla Cnafc, i Cantieri sono oggi una realtà che in Francia è rappresentata da 630 gruppi variegati che coprono tutte le tipologie di genitori: quelli giovani, quelli di adolescenti, quelli di figli portatori di handicap, e quelli anziani – ormai diventati nonni. Ciascun “cantiere” è costituito da 8-10 madri di famiglie, con uno o più figli dall’età massima di 20 anni. I padri invece, in generale maggiormente restii a raccontare le proprie esperienze, hanno il compito particolare di preparare le riunioni. «Ma, anche il lavoro di coppia – glossa Antoine Renard – quando è possibile, è molto positivo. Permette riflessioni molto fruttuose sul ruolo di ciascuno e sull’importanza della relazione coniugale e di ciò che le dà consistenza, qualità che i figli percepiscono».
 
Fondamentali sono poi le presenze, all’interno di ogni gruppo, di un referente – che vigila sull’unità dei partecipanti e sui riferimenti educativi – e di un’animatrice – che indirizza le discussioni in base al tema proposto per quel giorno. I temi affrontati sono parecchi, come ad esempio i rapporti con la scuola, il ruolo del padre, l’educazione affettiva e sessuale, la trasmissione della fede. Da sottolineare, infine, le ricadute positive dei “cantieri” sui genitori: tra queste la prima è certamente rappresentata dal relativizzare, sdrammatizzandoli, problemi e ostacoli che si riconosce essere comuni a tutti, mentre la seconda riguarda in modo particolare le madri (specialmente quelle sole), che vedono rompere il loro isolamento grazie all’apprezzamento generale per il lavoro educativo svolto, senza più addossare, quelle che lavorano, ogni difficoltà relazionale con i figli alla loro attività professionale.
 
Scheda
L’educazione? Un cantiere aperto
 
Categoria: Impegno, sociale, culturale e politico
Ambito dell’esperienza: Conféderation Nationale des Associations Familiales Catholiques (Cnafc) - Paese: Francia
 
Cnafc: 28 place Saint-Georges, 75 009 Paris (Francia)
Tel. +33 (01) 48788161
Fax +33 (01) 48780735
 
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