«Roma! Dopo Lampedusa e gli altri luoghi di arrivo, per molte persone la nostra città è la seconda tappa. Spesso è un viaggio difficile, estenuante, anche violento, quello che si è affrontato – penso soprattutto alle donne, alle mamme, che sopportano tutto questo pur di assicurare un futuro ai loro figli e una speranza di vita diversa per se stesse e per la famiglia». Queste le parole di Papa Francesco nella sua visita pastorale al “Centro Astalli” dei Gesuiti per l’accoglienza ai rifugiati, martedi 10 settembre. A tutti gli operatori, i volontari, le persone impegnate nell’asilo e nell’assistenza dei rifugiati e degli immigrati, ecco l’invito del Papa: «Tenere sempre viva la speranza! Aiutare a recuperare la fiducia! Mostrare che con l’accoglienza e la fraternità si può aprire una finestra sul futuro, più che una finestra, una porta, e più ancora, si può avere un futuro!». “Servire”, “accompagnare” e “difendere” sono le tre parole chiave del programma di lavoro del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati. «Il Signore chiama a vivere con generosità e coraggio l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti», ha detto il Pontefice.