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Papa Francesco e le periferie esistenziali    versione testuale
Un cuore misericordioso, aperto sulle ferite delle famiglie



Negli ultimi interventi (la Lettera alla Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, l’Angelus di domenica 15 settembre e le risposte ai sacerdoti della Diocesi di Roma), Papa Francesco mostra un cuore aperto sulle molte ferite delle famiglie e lancia forti appelli ai sacerdoti, ai credenti e ai responsabili della vita pubblica perché la famiglia sia al centro della cura, dell’accoglienza misericordiosa ma anche delle concrete scelte politiche.
 
La famiglia «è ben più che un tema: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali, è solidarietà concreta, fatica, pazienza, e anche progetto, speranza, futuro. Tutto questo, che la comunità cristiana vive nella luce della fede, della speranza e della carità, non è mai tenuto per sé, ma diventa ogni giorno lievito nella pasta dell’intera società, per il suo maggior bene comune» (Messaggio alle Settimane Sociali).
 
«Se nel nostro cuore non c’è la misericordia, la gioia del perdono, non siamo in comunione con Dio, anche se osserviamo tutti i precetti, perché è l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti. È l’amore per Dio e per il prossimo che dà compimento a tutti i comandamenti» (Angelus di domenica 15 settembre).
 
L’accoglienza − in riferimento alle coppie conviventi – è da esercitare nella verità. «Dire sempre la verità», sapendo che «la verità non si esaurisce nella definizione dogmatica», ma si inserisce «nell’amore e nella pienezza di Dio». Il prete deve, quindi, «accompagnare». Basti pensare, afferma Francesco, ai discepoli di Emmaus, a come «il Signore li ha accompagnati e ha riscaldato loro il cuore». Papa Francesco invita i suoi preti a intraprendere «strade coraggiosamente creative». E cita esempi vissuti a Buenos Aires, come l’apertura di alcune chiese per tutta la giornata con la disponibilità di un confessore o l’avvio di “corsi personalizzati” per le coppie che intendono sposarsi, ma non possono frequentare i corsi prematrimoniali, perché lavorano fino a tardi. Restano prioritarie le «periferie esistenziali», che sono anche «quelle delle famiglie», di cui ha parlato più volte Benedetto XVI, compreso il tema delle seconde nozze. Il nostro compito, dice, è «trovare un’altra strada, nella giustizia» (Incontro con i sacerdoti di Roma).
 
I testi del Papa:
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