Qual è il nuovo concetto di cittadinanza della famiglia proposto dal Pontificio Consiglio per la Famiglia ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, dove lunedì 10 agosto, si è aperto il V Congresso mondiale delle organizzazioni cattoliche pro famiglia sul tema modern families, traditional values: famiglie moderne, valori tradizionali? La risposta è chiara: un insieme di diritti e di doveri relativi alla società naturale per rendere più umano il futuro della persona. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia era rappresentato ai lavori — che si sono conclusi mercoledì 12 — dal sotto-segretario monsignor Carlos Simón Vázquez, che ha svolto il tema: «Il lavoro delle associazioni pro-famiglia nelle previsioni delle sfide culturali e sociologiche di oggi».
Parlando a nome del presidente del Pontificio Consiglio, cardinale Ennio Antonelli, il prelato spagnolo ha definito l'associazionismo familiare un qualcosa di naturale, essenziale e ora anche urgente per la società e per la Chiesa. Queste realtà — ha spiegato — sono in grado di affrontare a viso aperto le sfide sociologiche e culturali dei nostri giorni. Per il relatore «la carta d'identità di una famiglia è costituita da quattro elementi collegati: dono, reciprocità, generazione e sessualità come amore coniugale». Ed è questa «l'identità che le associazioni a favore della famiglia possono trasmettere» nell'attuale contesto storico. In particolare — ha puntualizzato — organizzazioni e movimenti di questo tipo dovrebbero far conoscere tutti i contenuti della Carta dei diritti della famiglia, la quale è rivolta principalmente ai governi.
Per la Chiesa, infatti, la famiglia non si può equiparare all'individuo o allo Stato. Al contrario occorre sostenere a ogni livello la «famiglia naturale, quale fonte e ricchezza della società». Scopo dei lavori — sulla scia dei precedenti svoltisi ogni tre anni a partire dal 1997 a Praga, Ginevra, Città del Messico e Varsavia — era di affermare che la famiglia umana naturale è stata stabilita dal Creatore ed è quindi essenziale per il bene della società. Conoscendo le molteplici sfide poste all'istituzione naturale della famiglia, il congresso di Amsterdam ha inteso ribadire il ruolo vitale che la famiglia ricopre in ambito sociale. La famiglia è l'unità sociale fondamentale, inscritta nella natura umana, e basata sul matrimonio, impegno di vita tra un uomo e una donna, che, per sua natura, è ordinato al bene dei coniugi, alla procreazione naturale e all'educazione dei figli. Ne consegue che, in considerazione della loro natura, le famiglie stabili che accolgono i figli, sono fondamento necessario per una società sana. Di contro, la società che abbandona la famiglia naturale è destinata al caos e alla sofferenza. Anche perché la famiglia amorevole estende il suo amore e il suo servizio alle altre comunità e a coloro che hanno bisogno. Per questo tutte le istituzioni sociali e culturali dovrebbero rispettare e sostenere i diritti e le responsabilità della famiglia. Solo quest'ultima — ha infatti evidenziato monsignor Simón Vázquez — «può fare da cuscinetto nell'attuale crisi economica mondiale, perché al centro vi è una fonte di solidarietà sociale e di progresso civile». Attingendo alla Caritas in Veritate di Benedetto XVI, il sotto-segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha infatti ribadito che solo quest'ultima «può garantire un'educazione autentica ai valori umani, perché assicura altruismo e continuità temporale che sono essenziali nell'educazione; solo la vocazione alla paternità e alla maternità può trasmettere un'educazione responsabile nella procreazione responsabile, che incarnerà la necessaria unione fra etica personale e sociale attraverso un'armonia esistenziale che soltanto la famiglia può offrire. Soltanto quest'ultima, dono all'umanità per eccellenza, può essere a sua volta dono che accoglie generosamente la vita». In proposito monsignor Simón Vázquez ha citato il sondaggio effettuato in Spagna nell'aprile 2009, che mostra come la famiglia sia un'istituzione «che gestisce la giustizia e la solidarietà intergenerazionale in modo ammirevole, secondo quanto riconosciuto da più del 78,2 per cento degli intervistati. L'aiuto da parte delle famiglie — ha aggiunto — è considerato positivamente dal 91,2 per cento della popolazione. Il 28,9 per cento afferma che in questo periodo di crisi economica riceve aiuto materiale dai genitori. L'aiuto dei nonni a figli e nipoti sale al 47,02 per cento, come stabilito dai dati relativi ai risparmi, perché nella maggior parte dei casi le pensioni non sono alte».
Se i numeri hanno un senso, è facile trarre le dovute conclusioni.