A poco più di sei mesi dall’inizio del Sinodo sulla famiglia, molti sono i temi posti sul tavolo della discussione. Tra essi quello della comunione ai divorziati risposati. A questo proposito, il Sottosegretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Mons Carlos Simón, ricorda che tale questione non è né l’unica né la più importante.
Mons Simón: «È un tema importante, un tema al quale si deve dare una risposta. È però evidente che le sfide pastorali della famiglia nel contesto attuale vanno oltre e si differenziano rispetto al problema dei divorziati e risposati. »
Papa Francesco ha scelto personalmente che il primo Sinodo del suo pontificato sia sulla famiglia. Chiede che la Chiesa trovi soluzioni a quella “cultura dello scarto” che riconosce il valore delle persone solo nel loro successo e non da spazio alcuno ai più deboli.
Mons Simón: «Gli anziani, gli ammalati, i disabili in famiglia, così come il tema dell’eutanasia. Sono questioni che, come dice il Papa, appartengono alla cultura dello scarto. Sono invece proprio questi i soggetti che una famiglia deve avere a cuore, perché l’abito familiare è quello dove la persona è valorizzata per quello che è e non per quello che possiede o produce. »
Mons Simón segnala che non solo la Chiesa deve affrontare la questione. La famiglia, dice, è patrimonio dell’umanità.
Mons Simón: «
Così diceva Giovanni Paolo II: da come va la famiglia si comprende come andrà la società e la chiesa. D’altra parte la chiesa è chiamata a fare un esame di coscienza su come aiuta la famiglia a diventare soggetto responsabile per la nuova evangelizzazione».
Intervista