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Famiglia al servizio del bene comune   versione testuale
Mons. Laffitte relatore di una tesi di dottorato volta a indagare l’importante legame tra istituto familiare e consorzio civile, esemplarmente espresso nella loro vita dai beati coniugi Beltrame Quattrocchi


Una tesi di dottorato dedicata all’impegno familiare e sociale di Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, i primi coniugi in assoluto ad essere stati contemporaneamente beatificati il 21 ottobre 2001, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. In questo è consistita la trattazione “summa cum laude” di padre Antoine De Roeck, “Gli sposi Beltrame Quattrocchi: due vite al servizio del bene comune”, che ha fatto risaltare il fortissimo nesso esistente tra nucleo familiare e società.
 
Il lavoro infatti – recentemente discusso a Roma presso il Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, alla presenza del relatore, Monsignor Jean Laffitte, Segretario del dicastero vaticano per la famiglia – nasceva dalla necessità di dimostrare che la santità della coppia non si gioca solamente nell’intimità familiare e nella qualità dei rapporti tra coniugi o tra genitori e figli. Perché la qualità di queste relazioni si arricchisce anche grazie all’immersione nella vita sociale, dove ha luogo un vicendevole fecondo scambio. Ed è proprio questo flusso essenziale a dispiegarsi nelle generazioni successive, proprio come accaduto a tre dei quattro figli dei coniugi Beltrame Quattrocchi: dove la scelta di diventare sacerdoti, fatta dai due figli maschi, e il professare i voti religiosi, da parte della secondogenita, testimoniano in maniera eloquente questa dinamica vivificante.
Nell’esistenza dei due sposi l’impegno sociale è sempre presente. E’ evidente nello scoutismo, per il quale lavorano con zelo affinché si sviluppi largamente anche in Italia; nell’attenzione ai poveri e ai malati, riscontrata in molteplici casi concreti; e nell’opera “Fronte della famiglia”, al servizio delle famiglie che vogliono rafforzare il legame d’amore proprio del sacramento matrimoniale.
Scrive l’autore della tesi, padre Antoine, cercando di penetrare la profondità di un legame così saldo da non aver paura a entrare in relazione, a sua volta, con la società: «E’ stata Enrichetta, la più piccola dei figli dei due sposi beati, che ha insistito perché nel mio lavoro mettessi in risalto, esplicitandoli, entrambi i due motti della madre. Il primo era “la fedeltà nel minimo”, la fedeltà nelle cose piccole, mentre il secondo recitava “dal tetto in su”, a indicare il suo desiderio di salire sempre più in alto lungo la scala della santità. Maria descriveva poi la relazione col marito “un’euritmia cosciente”, dove ciascuna delle due vite era un diapason per l’altra, senza alcuna confusione tra i ruoli ricoperti da sposo e sposa. Ognuno era infatti caratterizzato da impegni differenti armonizzati da un unico movimento, da un’unica causa».
 
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