Siamo una famiglia missionaria della Comunità Canção Nova (Canto Nuovo); la nostra missione è quella di formare giovani uomini e donne nuove per un mondo nuovo. Ci chiamiamo Fred ed Edilma e abbiamo 3 bambini: uno, piccolino, è già in cielo, gli altri sono Maria de Fátima (4 anni) e Francesco Savio (1 anno e mezzo).
Da quando ci siamo sposati abbiamo vissuto a San Paolo, in Brasile; era tutto tranquillo, i bambini andavano a scuola, vivevamo in un appartamento ben situato, vicino ai principali punti della città.
Poi, all'inizio del 2014, la comunità ci ha inviato in missione a Roma. È stato un colpo: eravamo abituati a quella città e alla vita che conducevamo. È accaduto come quando Dio disse ad Abramo in Genesi 12: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò.". Fiduciosi nel comando del Signore abbiamo lasciato ogni cosa e ci siamo lanciati a vivere in una terra straniera.
Abbiamo affrontato molte sfide, come si potrebbe aspettare, arrivando senza nulla, ma in poco tempo abbiamo ricostruito tutto: mobili usati e alcuni nuovi, giochi, vestiti, ecc, con i nostri cuori sempre grati al Signore, per la sua provvidenza che non ci lasciava mancare nulla.
A Roma abbiamo iniziato il nostro lavoro come missionari, i bambini si sono subito adattati, ma dopo nove mesi arriva una decisione dai responsabile della comunità: dobbiamo tornare in Brasile.
Che delusione! E ora cosa fare per iniziare una nuova vita? La nostra grande preoccupazione è per i bambini che, in così poco tempo, devono subire un ulteriore cambiamento. Ma siamo certi che Dio è il nostro Padre e non ci abbandonerà.
Quando abbiamo visto i biglietti aereo che ci hanno inviato, ci siamo accorti che erano consentite solo tre borse da 20 chili. Era stato uno sbaglio ma, in quell’errore, abbiamo visto che Dio ci chiamava a vivere di modo radicale il suo Vangelo che dice: Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.
Così abbiamo deciso: portiamo le cose fondamentali per i bambini, il minimo per noi e quello che non entra nelle borse lo diamo ai poveri; così abbiamo fatto e la vera pace e gioia regna in noi. È stata l’occasione per offrire l'intera situazione di sofferenza per le famiglie cristiane perseguitate in Medio Oriente.
Vale la pena di arrendersi a Dio; Egli si prende cura di noi e fornisce tutte le cose di cui abbiamo bisogno.