Circa trecento i partecipanti, in rappresentanza di 82 tra Movimenti e Associazioni nazionali e internazionali di famiglie, provenienti da 26 paesi dei cinque continenti. Un gruppetto esiguo rispetto alle milioni di famiglie che rappresentano. Convocati – per la prima volta a questo livello – dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, a contribuire alla riflessione in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sulla famiglia in ottobre.
Il Vangelo della famiglia parla tutte le lingue del mondo. Come le folle del vangelo di oggi a Messa, che letteralmente si gettavano su Gesù, pur di toccarlo per essere guarite, anche i movimenti e le associazioni familiari sono una grande folla che si fa vicina alla barca di Pietro, nella Chiesa, ma parlano anche a nome di altre folle ancor più grandi – tutte le famiglie del mondo, bisognose di fraternità e sororità, di padri e di madri. L’umanità tutta tende ad essere e a manifestarsi come la grande famiglia di famiglie.
Si ha l’impressione che la barca di Pietro sia piccola e fragile per accogliere tutti e tutte le domande che salgono dalla folla, ma è pur sempre costituita sulla roccia della presenza del suo Signore che è il Salvatore di tutti.
“Lo scopo di questo nostro trovarci insieme è quello di estrarre, dal tesoro della fede e dell’esperienza vissuta nella Chiesa, quanto serve per il bene, per lenire e sanare le ferite delle famiglie”. È con questo auspicio/invito che monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha aperto stamattina al Church Palace di Roma il Congresso internazionale che da oggi a sabato vede riuniti movimenti, gruppi e associazioni di famiglia e vita in cammino verso la XIV Assemblea generale del Sinodo dei vescovi.
Sull’esigenza di “approfondire la vocazione e la missione della famiglia tenendo presenti le situazioni di quei fedeli che, pur vivendo situazioni matrimoniali irregolari, desiderano partecipare sempre più pienamente alla vita della Chiesa e sono disposti ad impegnarsi seriamente in un percorso progressivo” si è soffermato il cardinale Lorenzo Baldisseri. “È necessario – ha chiarito nella sua introduzione il segretario generale del Sinodo dei vescovi – che nessuno si sottragga al compito di cercare e indicare possibili soluzioni alle tematiche sensibili affrontate dai Padri sinodali. All’interno della pastorale familiare oggi la Chiesa chiede che ci facciamo carico dell’annuncio della bellezza e del fascino attrattivo del matrimonio cristiano e che approfondiamo ciò che i Padri hanno presentato come frutto dell’Assemblea Straordinaria, dando il nostro contributo anche nella ricerca di scelte pastorali coraggiose, in particolare – ha concluso – nella cura delle famiglie ferite”.
Presentando la prima parte di Lineamenta del Sinodo, il presidente del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti ha insistito sul modo in cui la società esterna influenza lo sviluppo e la libertà delle famiglie, sull’evoluzione della sfera affettiva delle persone, e come l’azione concreta della Chiesa riesce a intercettare questi nuovi scenari dell’interno e dell’intorno familiare, non solo tra i fedeli, ma anche per tutte le persone. “Oggi molte famiglie – ha detto Belletti – sembrano avere ancora una forte capacità ed esigenza di aggregazione, ma la stanno costruendo con forme non tradizionali, non formalizzate, andando così a costituire ‘reti interfamiliari’ che preferiscono restare più vicine ai codici relazionali della famiglia che a costruirsi come ‘strutture organizzate della società’. La qualità relazionale, quindi, sembra contare di più del ruolo sociale e persino della possibilità di ricevere sostegno, riconoscimento e interazione con il sistema pubblico”. Belletti ha inoltre evidenziato che “l’interazione e la collaborazione tra le varie associazioni costruiscono una generatività sociale molto più rilevante della pura ‘somma degli individui’. In altre parole, mettere in rete le associazioni non significa solo sommare, ma moltiplicare le loro potenzialità”.