Apertura alla vita e contraccezione sono stati i temi portanti della relazione di Joan Clements, direttrice del World Organisation Ovulation Method Billings International, il cui intervento al Congresso internazionale di movimenti, gruppi e associazioni di famiglia e vita è stato letto da Caroline Terrenoir, presidente dell’associazione in Francia.
“La contraccezione impone un linguaggio oggettivamente contraddittorio, che non è più darsi completamente all’altro” e “non solo porta al rifiuto effettivo di essere aperti alla vita, ma anche a una falsificazione dell’intima verità dell’amore coniugale, che consiste nel dono dell’intera persona”. L’immagine del matrimonio, che ha il suo fondamento nella Scrittura, offre “una nuova e più profonda comprensione del significato di contraccezione” intesa come “intervento sul corpo o sull’atto coniugale mirato a respingere la cooperazione divina”. Lo “scopo esplicito della contraccezione è rendere infertile un’espressione di amore che altrimenti avrebbe potuto essere fruttuosa”. Si tratta di “un rifiuto del piano di Dio”, di una “falsificazione di ciò che l’atto coniugale significa”, di un “tradimento della imago Dei”.
Quanto ai metodi moderni per il controllo delle nascite, negli Stati Uniti “risultano associati a una minore incidenza di aborti indotti” e “a un tasso di divorzio più basso rispetto alla popolazione generale”. Mentre i tassi di natalità sono in declino, “la trasmissione della vita – ha concluso – rimane l’elemento fondamentale della vocazione e missione della famiglia”.