Torna in Home Page
 HOME ITA » Archivio » News » 2012 » Ottobre » La famiglia al Sinodo/19    

La famiglia al Sinodo/19   versione testuale
Venerdì, 26


Dagli interventi degli Uditori e delle Uditrici
 
Rev.da Suora Mary Prema PIERICK, M.C., Superiora Generale delle Missionarie della Carità (INDIA)

In molti paesi le suore portano medicinali nei villaggi più remoti, dove Gesù non è ancora conosciuto. I malati più gravi vengono accolti nelle nostre case, dove ricevono cure soprattutto per la tubercolosi. Durante la loro permanenza presso di noi partecipano alle preghiere delle suore. Ascoltano la Parola di Dio, sono presenti alla Santa Messa e all’Adorazione Eucaristica. Apprendono dell’amore misericordioso di Dio per loro e imparano a pregare il rosario. Le loro domande più profonde sulla vita ricevono risposta. Quando ritornano al proprio villaggio estendono la loro esperienza di Gesù alla propria famiglia e ai vicini.
 
Prof. Yong Suk Francis Xavier OH, Segretario Generale del "Catholic Lay Apostolate Council of Korea" (COREA)

La Chiesa ha bisogno di “un costante rinnovamento al suo interno, un continuo passare” (IL 13). Il problema è come attuarlo. A questo proposito ci si attende molto dalle parrocchie e dalle famiglie. Un padre coreano mi ha raccontato il caso della conversione al buddismo di una giovane donna. Era figlia di genitori cattolici devoti e suo fratello era un frate salesiano, che adesso lavora per i giovani come psichiatra professionista. Si riteneva che fosse cresciuta in una famiglia evangelizzata. Le è stato chiesto “cosa ti ha fatto decidere di convertirti al buddismo?” e lei ha risposto: “Come cattolica avevo sempre la sensazione che mi mancasse qualcosa. Un giorno ero sull’autobus e ho sentito alla radio il discorso di un monaco buddista. Ho sentito che quello che diceva poteva essere vero, così ho ordinato tutta la serie di nastri con le sue lezioni”. Purtroppo non era riuscita a trovare la “fontana del villaggio” che avrebbe estinto la sua sete di appagamento spirituale.
 
Rev. P. Emmanuel TYPAMM, C.M., Segretario Generale della "Confédération des Conférences des Supérieurs Majeurs d'Afrique et de Madagascar - CO.S.M.A.M." (CAMERUN)

Se la famiglia rimane un luogo privilegiato per l’annuncio del Vangelo, è tempo di prepararci, consacrati e laici, a metterci a servizio degli uni e degli altri, ciascuno con i propri talenti; questo aiuterà noi consacrati a non cadere nella tentazione di crederci superiori ad altri nella Chiesa di Cristo che è Chiesa-famiglia.
 
Prof. Carl Albert ANDERSON, Cavaliere Supremo dell'Ordine dei Cavalieri di Colombo (STATI UNITI D'AMERICA)

La famiglia cristiana è essenzialmente missionaria. Tuttavia, la sua missione - che scaturisce dalla sua natura - è molto più grande di qualsiasi attività di evangelizzazione esterna o di riforma politica e sociale nelle quali si impegnano le famiglie cristiane. Queste attività possono dare frutto solo se nascono dalla missione essenziale, che pone la famiglia fondata sul matrimonio sacramentale al centro della missione stessa della Chiesa. Riprendendo le parole di Giovanni Paolo II, “la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore”, quell’amore che è un riflesso della comunione trinitaria e partecipa “dell'amore di Dio per l'umanità” (Familiaris consortio, n. 17). Nella missione evangelizzatrice della Chiesa, solo l’amore è “efficace”, l’amore del Signore crocifisso e risorto. Gli sposi cristiani ricevono questo amore prima come dono e compito divino. Nessuna influenza e potere terreni possono sostituirlo. Come osserva l’Instrumentum laboris, questo amore, che la famiglia deve vivere e comunicare, è la forza motrice dell’evangelizzazione. È il motivo per cui la proclamazione del Vangelo “impregna e trasforma tutto l’ordine temporale, assumendo e rinnovando le culture” (n. 92). Solo questo amore, se vissuto in maniera autentica nelle famiglie, può essere alla base di un rinnovamento di quella cultura autenticamente umana che il beato Giovanni Paolo II ha definito “civiltà dell’amore”. Possano i nostri pastori diventare sempre più consapevoli della pressante necessità di una Nuova Evangelizzazione della famiglia cristiana, per aiutarla nella sua missione di “diventare ciò che è” (cfr. Familiaris consortio, n. 17): un’icona della comunione di Dio! È questo l’unico modo perché la famiglia possa essere un luogo di guarigione e di umanità per gli uomini e per le donne del nostro tempo. Soprattutto, le famiglie hanno bisogno di aiuto per giungere alla consapevolezza di ciò che sono: una “comunità salvata e salvante” (cfr. Familiaris consortio, n. 49), una realtà sacramentale al centro della missione evangelizzatrice della Chiesa.
 
Sig.ra Gisèle MUCHATI, Responsabile regionale del Movimento "Famiglie Nuove" (SIRIA)

Con la mia famiglia cerchiamo di mettere in pratica la carità trasmettendo la fede cristiana in quello che ha di più vitale: il rapporto personale con Dio, con Gesù, che scaturisce in modo sempre nuovo dalla preghiera fatta singolarmente e in famiglia e dall’amore al prossimo. Condividiamo questo cammino con molte altre famiglie (le Famiglie Nuove) in Siria che sono impegnate singolarmente e insieme a vivere il Vangelo e poi ad annunziarlo nei contatti personali ma anche in piccoli incontri, attente alle sfide educative, economiche e culturali che attraversa la famiglia cristiana in Siria. Grazie all’impegno delle Famiglie Nuove, è operante in Siria dal 2005 il progetto per le Adozioni a distanza locali, che aiuta mensilmente diversi bambini, e una scuola per bambini sordomuti, cristiani e musulmani, nata dal lavoro generoso di una coppia. Nell’attuale tragedia the il Paese sta vivendo, le Famiglie Nuove si aprono con tanti altri alle necessità dei rifugiati, cercando di mantenere viva a tutti i costi la fede in Dio cui nulla è impossibile.
 
Sig.ra Patricia Ngozi NWACHUKWU, L.S.M., Nobile Presidente delle Dame di S. Mulumba (NIGERIA)

La famiglia è tenuta in grande stima, nel continente africano, soprattutto in Nigeria. È la prima scuola organizzata per la Nuova Evangelizzazione. Il Sacramento del Matrimonio richiede amore incondizionato, capacità di svolgere ruoli complementari, di perdonare e di condividere. Queste qualità sono racchiuse nel codice non scritto della vita familiare. In questo contesto armonioso le famiglie pregano insieme mentre i figli del matrimonio godono dell’amorevole condivisione con i genitori. La famiglia è, per tanto, il luogo ideale per impartire gli insegnamenti catechetici e sociali della Chiesa. Tuttavia, all’interno della struttura famigliare, è più spesso la madre che assume il ruolo indiscusso di catechista. La funzione più importante della donna nigeriana è quella che la vede sempre presente con i figli, seguendone la crescita fino alla maggiore età.
 
print
Copyrights 2012. All rights reserved Pontificium Consilium pro Familia